Fioroni (Lega) propone che in Umbria venga approvata una legge regionale che disciplini l'uso dei defibrillatori
La vicepresidente dell’Assemblea legislativa e consigliere regionale della Lega, Paola Fioroni, annuncia una proposta di legge regionale di "modifica al Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali al fine di creare una disciplina uniforme per la formazione, la manutenzione e la gestione dei 'Dae' (defibrillatori semiautomatici)". Questo alla luce della recente normativa nazionale ed al fine di mappare strumentazioni e operatori e assicurare l’efficacia degli interventi. "Con questa proposta - spiega Fioroni - raccogliamo le sollecitazioni che ci arrivano da professionisti, medici e da diverse associazioni del territorio, consapevoli che Il diritto alla salute e alla vita passa anche per il coinvolgimento e la capacitàzione della comunità stessa. Purtroppo, ancora oggi sono troppe le persone vittime di arresto cardiocircolatorio. La cosiddetta ‘morte improvvisa’ è quella che può avvenire anche in meno di un’ora e riguarda sia persone con patologie cardiache note (ma stabili) sia persone con problemi cardiaci preesistenti, ma misconosciuti. E’ stato dimostrato – prosegue - che, per salvare vite umane in caso di arresto cardiaco, è di fondamentale importanza la tempestività dell’intervento di soccorso: basti pensare che in caso di utilizzo del defibrillatore su ritmo defibrillabile entro il primo minuto si ha il 90 per cento di possibilità di recupero post arresto cardiaco, percentuale che scende di circa dieci punti ogni minuto. Considerando che le malattie cardiache rappresentano la causa principale di morte improvvisa, sono due le possibili strategie da attuare per contrastarle: la prevenzione primaria e la prevenzione secondaria. Mentre la prima consiste nel tentativo di ridurre i fattori che comportano patologie cardiovascolari (come fumo, ipertensione, livelli elevati di colesterolo) e nella promozione di programmi di screening e controllo cardiologico, la seconda ha lo scopo di evitare il decesso nelle persone colte da arresto cardiaco. Proprio per questo – continua Paola Fioroni – si è diffusa sempre più la consapevolezza della necessità di consolidare la catena dell’emergenza e incrementare la cultura delle manovre salvavita, la preparazione di personale volontario laico (non sanitario) e l’implementazione della ‘catena della sopravvivenza’, con diffusa installazione di 'Dae' soprattutto nei luoghi molto affollati e in aree pubbliche delle città che meritano, per questo, la definizione di ‘città cardioprotette’, soprattutto in virtù dell’evoluzione della normativa nazionale in merito. L’attenzione del legislatore nazionale ha implementato la conoscenza dell’uso dei defibrillatori e grazie anche al 118, all’interessamento di tante associazioni che si sono adoperate per la diffusione di apparecchi e formazione, anche nella nostra regione esiste una presenza di apparecchi importante. Ora – conclude - è necessario una disciplina che riordini il sistema e lo valorizzi permettendone un altro livello di funzionalità ed efficacia, mettendo in relazione tutti i soggetti coinvolti".