21/11/2024 ore 15:47
Reddito di cittadinanza, i carabinieri di Terni scoprono 14 persone che riscuotevano indebitamente l'importo mensile
Controlli dei carabinieri sui soggetti che percepiscono il "Reddito di cittadinanza". A scendere in campo sono stati i militari dei trenta comandi di stazione della provincia di Terni e del Nucleo Ispettorato del Lavoro. Essi hanno avviato una serie di accertamenti volti a verificare la sussistenza, in capo ai percettori, dei requisiti necessari alla ricezione dell’emolumento. "Per tale motivo - fanno sapere dall'Arma -, si è reso necessario attuare sin da subito una sinergica attività informativa tra le stazioni del comando provinciale e l’articolazione del comparto di specialità dell’Arma, ovvero il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Terni. C'è stato anche il prezioso ausilio offerto dalla Direzione Provinciale dell’Inps e dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro del capoluogo umbro. Malgrado tale emolumento abbia supportato economicamente molte famiglie bisognose - si legge nella nota stampa -, tuttavia per alcuni 'furbetti' il reddito di cittadinanza ha rappresentato un assegno sicuro che è stato percepito, malgrado l’assenza dei requisiti, avendo dichiarato false condizioni patrimoniali o lavorative. In tale modo gli indebiti percettori hanno causato, come è emerso con tutta evidenza dagli approfondimenti informativi ed investigativi, un ingente danno erariale. Preliminarmente, già dallo scorso mese di marzo, è stata svolta un’indagine anagrafica e reddituale su svariati nuclei familiari, al fine di definirne l’effettiva composizione ai fini Isee per la conseguente richiesta del reddito di cittadinanza. Da tali riscontri è emerso che nove percettori non avevano i requisiti idonei per ricevere il reddito di cittadinanza, sia per aver dichiarato falsamente la composizione del nucleo familiare sia per non avere il requisito della residenza in Italia da almeno dieci anni. A seguito di attività ispettiva mirata è stato possibile riscontrare, nel comune di Terni, che due percettori di reddito di cittadinanza erano stati impiegati in attività lavorativa 'in nero', eludendo così l’obbligo di comunicazione dello stato lavorativo all’Inps, che ne ha disposto immediatamente la revoca. Nel medesimo contesto, sono state sottoposte a provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale le due società che avevano alle dipendenze i due percettori di reddito di cittadinanza sorpresi al lavoro 'in nero'. In un piccolo comune della provincia di Terni è stato possibile riscontrare in seno ad un nucleo familiare la presenza di un componente percettore di reddito di cittadinanza, che tuttavia era recluso da mesi presso un istituto di pena per gravi reati contro la persona. Da ulteriori accertamenti è risultato che un percettore del sussidio, di fatto uno pseudo-imprenditore che aveva svolto delle attività lavorative in provincia di Terni, pur risultando nullatenente e senza fissa dimora, era in realtà amministratore e liquidatore di sei società e proprietario di una settima società detentore di quote pari ad euro 30.000,00". "Al termine dell’attività - fanno sapere dall'Arma -, è emerso che ingannare l’Inps, l’ente preposto all’erogazione del 'Reddito di cittadinanza', risulta far gola a molti soggetti senza scrupoli. Tutto si basa infatti su un’autocertificazione che rimanda alla dichiarazione sostitutiva unica, da cui viene calcolato il reddito e l’Isee. È in questa fase che vengono forniti dati falsi o, molto più spesso, che vengono omessi degli elementi che, se segnalati, farebbero crescere la disponibilità economica dei richiedenti e venir meno il diritto al sussidio. Complessivamente, al termine di questa prima tranche di accertamenti, sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria ternana quattordici persone, per le quali è stato immediatamente revocato il reddito di cittadinanza con efficacia retroattiva, per un importo quantificato in € 60.000,00 (ossia l’importo dei ratei indebitamente percepiti). Sono stati sottoposti a verifica circa cinquanta nuclei familiari con componenti in stato detentivo oppure sottoposti a misura cautelare personale, di cui dieci sono stati segnalati per l’immediata sospensione del reddito di cittadinanza, in considerazione che la misura cautelare si sovrapponeva al periodo di erogazione del sussidio. Tale attività rientra nell’ambito di una più ampia strategia operativa che vede l’Arma dei Carabinieri, con le sue articolazioni territoriali e di specialità, impegnata a contrastare la criminalità, a tutela dei cittadini onesti che hanno concretamente bisogno dei sussidi pubblici, soprattutto in questo periodo di crisi dovuta all’emergenza pandemica".
29/5/2021 ore 11:11
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